Wolfang Reitzle con la moglie Nina Ruge_ph Massimo Tessandori Bernini

Wolfang Reitzle, tra BMW, Mini Cooper e il vino di Villa Santo Stefano

8 Maggio 2024

Dietro gli eleganti design di BMW e Mini Cooper c’è lui, Wolfang Reitzle.

Oggi però non parleremo di automotive, bensì della sua tenuta a Lucca, Villa Santo Stefano. L’abbiamo visitata e bellezza e praticità si leggono in ogni angolo, tra ristrutturazioni e sale ex novo che risultano accoglienti ed eleganti. La Lucchesia è infatti da qualche tempo gettonata da imprenditori innamorati della Toscana che qui dribblano il caos delle mete mainstream, scegliendo luoghi di altrettanta bellezza e storia che possano concedere pace e relax anche per brevi pause professionali. L’assist è stata la tenuta con i suoi vini, il focus la visione di un professionista che ha raggiunto milioni di persone traducendo bellezza e senso pratico attraverso i marchi tra i più conosciuti al mondo.

Villa Santo Stefano_ph Massimo Tessandori Bernini

Nella sua carriera ha dato vita a più di un’icona dell’automotive: quali sono i 3 pilastri per traguardi di tale livello?

“Per essere in grado di creare qualcosa di straordinario, è necessaria la passione, ma anche avere una profonda conoscenza del mercato e una visione, non solo nel settore automobilistico”.


Cosa l’ha sedotta di Lucca tanto da decidere di investire in un campo lontano dal suo?

Già durante la prima visita a Lucca io e mia moglie Nina siamo rimasti colpiti dalle sue imponenti mura e il bellissimo centro storico. Subito abbiamo deciso: qui vogliamo trascorrere più tempo in futuro. Quando abbiamo visto per la prima volta Villa Santo Stefano, sulle dolci colline che circondano la città, ce ne siamo innamorati”.

Le sale di Villa Santo Stefano_ph Massimo Tessandori Bernini


Anche nel vino e nell’hospitality punta all’eccellenza? I pilastri secondo lei sono gli stessi per raggiungere la meta?

“L’eccellenza è possibile in qualsiasi campo, ma bisogna identificarsi totalmente con un obiettivo, per quanto ambizioso, e sforzarsi instancabilmente per raggiungerlo”.


Cosa vorrebbe trasmettessero i suoi vini?

“Come una boutique winery, ci impegniamo esclusivamente per una qualità superiore. Desideriamo di essere uno dei migliori in Toscana con il nostro vino di punta Loto”.

La Barricaia di Villa Santo Stefano_ph Massimo Tessandori Bernini


La struttura dedicata all’hospitality della sua tenuta si affaccia al mondo del lusso senza sfacciataggine, pur avendo selezionato materiali e complementi d’arredo ricercati e di alta qualità. Cosa è secondo lei il lusso? Quando lusso è sinonimo di benessere e quando no?

“Il lusso del nostro tempo è un ampio spazio verde, tranquillità, aria e acqua pulite, natura intatta. È un lusso estetico all’interno e discreto all’esterno, che valorizza la natura, per nulla invadente”.


Che tipo di esperienza vorrebbe portassero a casa i suoi ospiti?

“I nostri ospiti devono poter vivere la magia speciale della Toscana, respirarne la passione per il vino buono”.

La sala degustazioni_ph Massimo Tessandori Bernini

Il suo staff è in parte italiano e in parte no: questo incontro di culture e storia cosa genera lungo l’esperienza di Villa Santo Stefano?

“La presenza di uno staff internazionale in cantina arricchisce Villa Santo Stefano sotto ogni aspetto. All’interno dell’azienda ognuno porta il suo punto di vista e il suo modo di lavorare proveniente da diversi Paesi e modi di vivere e questo è un grande arricchimento per il lavoro. Lo stesso avviene per la nostra clientela, con cui è più facile comunicare sia in italiano che in inglese e in tedesco”.

Qual è il vino targato Villa Santo Stefano che predilige quanto desidera versarsi un calice?

“⁠Il mio vino prediletto è Loto, un blend bordolese, il nostro primo vino che produciamo dal 2006. È il vino che meglio ci rappresenta; migliorato e perfezionato di anno in anno, parla di Toscana secondo la visione di Villa Santo Stefano”.

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