Andrea Vanzo il compositore e pianista che porta la musica nei luoghi più incontaminati del mondo

8 Agosto 2025

Per farlo ha costruito uno speciale piano smontabile

Tutto corre in fretta e altrettanto velocemente si consuma, ma Andrea Vanzo ha scelto di abbracciare la lentezza, di vivere il qui e ora. Compositore, pianista e produttore, è uno degli artisti più originali e sensibili della scena contemporanea. Ha saputo avvicinare, con grazia, le sue opere classiche al mondo social, dove gode di un grande seguito e i suoi video, realizzati nei paesaggi più incontaminati, contano milioni di visualizzazioni ogni mese. Andrea, infatti, non suona solo nei teatri; grazie al suo piano unico al mondo, smontabile in blocchi trasportabili a spalla, fonde la magia della musica con la bellezza della natura.

Un piano ibrido, acustico ed elettronico pensato per non inquinare, né acusticamente né ecologicamente, costruito per la sincronia musicale dei suoi video e per portare la musica nei luoghi più incontaminati della natura. Ideato con l’aiuto del falegname Massimo Russo e il contributo tecnico del padre Umberto Vanzo, vuole lanciare un messaggio potente: si può creare bellezza senza impatto.

I suoi video sono stati girati in luoghi straordinari e selvaggi come il Parco Naturale Sciliar-Catinaccio, la Falesia di Su Tingiosu in Sardegna, l’Alpe di Siusi nelle Dolomiti, il Contrafforte Pliocenico a Bologna, il Wadi Rum in Giordania, il Parco dell’Etna.

Lo stile musicale di Andrea Vanzo mescola la sobrietà della musica classica contemporanea con suggestioni pop, ambient e cinematiche. Le sue composizioni sono intime, profonde, capaci di evocare paesaggi dell’anima e ricordi dimenticati. La sua stessa casa è una dichiarazione d’intenti: una costruzione in legno progettata insieme al padre, senza eccessi, senza artifici. Un rifugio dove il tempo ha un altro ritmo, e la bellezza si misura nella semplicità

Andrea ha raccontato a Luxury la sua personale visione della musica e della vita.

Come nasce la sua passione per la musica?

Sono un musicista classico con un background da producer pop: unisco musica classica, colonne sonore e sonorità pop.

Ho cominciato a suonare il piano a 11 anni, prendendo lezioni doposcuola alle medie. Fin da subito mi sono appassionato alla composizione, che all’inizio ho portato avanti in modo autodidatta, finché nel 2008 non mi sono iscritto al Conservatorio di Bologna, dove ho conseguito la laurea in composizione tradizionale. Ho cominciato a lavorare in ambito musicale a 17 anni, firmando le musiche di spettacoli teatrali, cortometraggi e spot pubblicitari, ma è stato il 2020, durante la pandemia, a segnare la mia rinascita musicale e personale“.

Da dove nasce l’idea di suonare nei posti più incontaminati?

Dalla mia infanzia, vissuta in un piccolissimo borgo all’interno di una riserva naturale sull’Appennino Tosco-Emiliano. La natura e le escursioni nel parco erano parte della mia quotidianità. Ho sempre avuto un rapporto molto stretto con gli alberi, il vento e la natura in generale. Ero un bambino un po’ solitario e la natura era il mio amico immaginario. L’idea di portare il mio pianoforte smontabile, e con esso la mia musica, in luoghi naturali inaccessibili nasce sicuramente da questo tipo di background“.

Musica e natura sono un connubio per lei molto sentito, ci spiega perché?

Per me musica e natura parlano entrambe il linguaggio del silenzio e dell’essenziale. Quando compongo la natura è una fonte d’ispirazione costante: mi basta guardare fuori dalla finestra, altre volte rievoco la sensazione del vento tra gli alberi. Credo che le persone sentano sempre di più il bisogno di fuggire da un mondo frenetico, carico di stimoli e aspettative. I video che condivido quando suono in quei luoghi incontaminati suscitano qualcosa di speciale: chi ascolta, si emoziona, si riconnette. Ricevo spesso messaggi di persone che hanno trovato conforto ascoltando la mia musica, in momenti complessi; una volta mi ha scritto un soldato al fronte per dirmi che, tra i bombardamenti, la mia musica era l’unico momento di pace che riusciva a concedersi.

Queste testimonianze mi fanno capire che la mia musica non è solo contemplativa. Per molti è un atto di resistenza: un modo per aggrapparsi a qualcosa di umano, di autentico“.

Viviamo in un’epoca iperconnessa: come possiamo uscire da questo vortice totalizzante?

Oggi la lentezza è un atto rivoluzionario. Viviamo sommersi da contenuti, stimoli, velocità. Fermarsi ad ascoltare un pianoforte che suona in mezzo ad un bosco, o anche solo attraverso un video, è un gesto che richiede presenza, silenzio, disponibilità all’ascolto. E chi lo fa spesso mi dice che sente di “respirare di nuovo”. La mia musica, anche nei suoi tempi dilatati, è una forma di resistenza. Non solo contro la frenesia, ma anche contro il rumore mentale, l’ansia da prestazione o l’idea che si debba avere tutto e subito.

In questo senso quindi può diventare una forma di guarigione. Un ritorno a sé stessi.

Per questo credo che il legame tra arte e natura non sia solo ispirazione estetica, ma una vera medicina. Può aiutare a ritrovare equilibrio, calma e direzione. In me lo fa ogni giorno“.

Quali luoghi le sono rimasti maggiormente nel cuore?

Il deserto del Wadi Rum, in Giordania, dove nel 2023 ho girato il video per il brano “Tales from the Citadel” (dedicato ad Amman e a quella terra). L’ospitalità delle persone, il calarsi in una cultura lontana, il “silenzio” del deserto e la vastità degli spazi sono cose che porterò sempre con me.

Uno dei concerti che più mi ha emozionato quest’anno è stato alla Elbphilharmonie di Amburgo: era il mio primo concerto davanti a oltre 2.000 persone e ho condiviso il palco con i miei compagni di viaggio musicale Gibran Alcocer e Yahezkel Raz. Io e Gibran abbiamo scritto insieme “Idea 25” e con Yahezkel ho scritto “Komorebi”, due brani a cui sono molto affezionato“.

Quali progetti ha in serbo per il futuro?

Ad ottobre uscirà il volume 2 di Intimacy, il mio progetto discografico più atteso. Anche se molti brani sono già stati pubblicati come singoli nei mesi scorsi, diversi pezzi devono ancora uscire, fra cui alcuni a cui sono particolarmente legato. Non vedo l’ora di rendere pubblico questo seguito del viaggio iniziato nel 2020 con Intimacy Vol. 1“.

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