Oggi usa il suo nome per fregiare i progetti legati al food che conia con successo e continuità da anni. Ma per lungo tempo è stata la signora di Giallo Zafferano, il primo sito italiano di video ricette pioniere di un modello imitato in lungo e in largo. Sonia Peronaci è un’imprenditrice dalle idee chiare, capace di intercettare i trend del suo settore con largo anticipo. Come? Glielo abbiamo chiesto direttamente, e quello che emerge sono qualità e passione al fianco di un grado di competenza ed empatia non facili da trovare nella stessa persona. E già che c’eravamo le abbiamo domandato della penuria di personale che da qualche tempo affligge il mondo della ristorazione.
Identità e qualità sono due parole chiave che ha usato per raccontare i suoi progetti. Partiamo dall’identità: quando ha capito chi era e cosa voleva?
“Quando nel 2006 abbiamo creato con Francesco (Lopes, compagno dell’imprenditrice, ndr) Giallo Zafferano sapevo cosa volevo realizzare. Conoscendo la mia passione per la cucina molti mi suggerivano di aprire un ristorante, ma avendo visto i miei genitori lavorare nella ristorazione, ero certa non fosse la strada che volevo percorrere. Quando è arrivato il web ho capito che potevo unire le mie ricette a internet: mi piaceva l’opportunità di condividere con tutto il mondo le mie idee. Giallo Zafferano da subito ha avuto l’obbiettivo di diventare un lavoro, non un hobby. Sapevo che in Italia i tempi erano prematuri per un progetto del genere a differenza di America, Francia, Inghilterra. Allo stesso tempo ero certa che il tempo sarebbe arrivato. Siamo stati dei precursori, nel 2006 le aziende non erano pronte, non sapevano come sfruttare il potenziale del web. Quando però i tempi sono stati maturi, noi eravamo già ben posizionati”.
L’altra parola che caratterizza il suo lavoro è qualità: i suoi format garantiscono sempre risultati corretti e precisi. Come si costruisce un prodotto di alto livello?
“Vedevo in giro tante ricette tutte testuali con poche immagini, per lo più dei database che le aziende utilizzavano per fare un po’ di soldi, tutti uguali, senza anima. Oppure punti di riferimento come La Cucina Italiana che però dava per scontato tante cose, come ad esempio come starnare un’anatra, il che rendeva le ricette appannaggio di chi sapeva già cucinare. Io per prima invece volevo qualcosa di provato da qualcuno, con delle immagini, per garantire un approccio più semplice. Ad esempio, in questo periodo stiamo studiando la ricetta di un pane messicano. Guardando video e blog abbiamo provato a farlo almeno dieci volte, ma non ci veniva uguale. Poi abbiamo intuito che il segreto era nascosto in una sorta di decorazione. Piccolezze che fanno la differenza”.
Si dice che i giovani stiano perdendo manualità nel cucinare, che rischiamo di abbandonare riti e tradizioni: è d’accordo?
“Se parliamo di gente comune che non si occupa di cucina, sono d’accordo. Oggi abbiamo tanta scelta, quindi siamo diventati pigri: a Milano se vuoi qualcosa di etnico, per esempio, ti arriva a casa in mezz’ora. Credo che sia anche una conseguenza del benessere”.
Alla luce di ciò, perché consiglierebbe a qualcuno di imparare a cucinare o di sperimentarsi in una ricetta?
“Per me cucinare è un antistress. Basta osservare come i bambini vi si approcciano. Se ogni mamma dedicasse due ore a settimana per insegnargli a cucinare, gli farebbero un grande regalo, qualcosa che si porterebbero dietro tutta la vita. Basterebbe solamente che imparassero a riconoscere gli ingredienti. Inoltre mangiamo almeno due volte al giorno, cucinando ci prendiamo cura della nostra salute permettendoci anche di risparmiare”.
Tre luoghi comuni sulla cucina italiana.
“Che sappiamo fare solo la pizza, mentre abbiamo una grande varietà di cibi e ricette: potremmo preparare piatti diversi per un mese intero!
Un altro luogo comune è che gli italiani siano bravi a cucinare: non è vero, ci piace mangiare, ma questo non implica la capacità di saper preparare una pietanza.
Terzo luogo comune: non serve alcuna attrezzatura in cucina. Qualche robot e qualche strumento, invece, sono necessari: se devi tagliare tutto a mano perché non hai il frullatore, l’operazione cessa di essere un piacere. Non occorrono grandi cose, bastano tre coltelli che tagliano bene, un frullatore, un termometro per friggere meglio. Si tratta di piccolezze, che, però, si rivelano utili per essere felici di cucinare”.
Una cucina non italiana che l’ha sedotta.
“La cucina vietnamita: piace molto a noi italiani perché è molto varia, salutare, inaspettata e ci sono piatti confortanti che uniscono gusto e salute, a differenza ad esempio di quella thailandese che è buona ma pesante”.
Quella volta che ha mangiato davvero male.
“In Egitto. Mettono quintali di spezie ovunque: dalle uova ai gamberi tutto ha lo stesso sapore, oltre ad avere poca varietà: essendo musulmani non mangiano carne di maiale”.
Passiamo a un altro argomento: la penuria di personale nel mondo della ristorazione. Il mercato del lavoro sta vivendo un momento di cambiamento, molti si licenziano per non sottostare più a condizioni umilianti. Eppure cucinare è un lavoro che appassiona ma è anche faticoso. Lei ha un team giovane: come fa a tenerselo stretto?
“Forse il Covid19 ha risvegliato alcune esigenze nelle persone, come avere più tempo per sé stesse. È vero che nel mondo della ristorazione molti sono stati sfruttati per anni, ma sembra che non si abbia più voglia di fare sacrifici. Noi abbiamo sempre concepito il lavoro come una possibilità di rivalsa. La televisione, inoltre, contribuisce a creare falsi miti: si sente parlare di gente che guadagna soldi (e fama) nel giro di una sera. A noi non è mai capitato. Occorre una via di mezzo tra lo sfruttamento delle persone e un cambio di atteggiamento nei confronti del lavoro. Il momento è caotico, la gente ha reagito in modo particolare ad accadimenti che nessuno si aspettava, prima la pandemia, poi la guerra Russia-Ucraina. Va bene ribellarsi alle ingiustizie, ma occorre un modo congruo per risolvere i problemi”.
Sonia Peronaci sarà per sempre la fondatrice di Giallo Zafferano, colei che ha dato un nuovo imprinting all’approccio in cucina. Ma dopo averlo ceduto nel 2015, ha avviato un nuovo progetto anche qui pionieristico, soniaperonaci.it, usando per prima il suo nome per un brand. Una factory a Milano e numerose attività a cui dà vita senza sosta, tra cui qualcosa di nuovo che ha preso vita di recente…
”Abbiamo creato un corso online per aiutare le persone che vogliono sfondare nel mondo del food e ad affacciarsi al settore nel modo corretto. Otto mesi con incontri settimanali online e infine tre incontri in factory. C’è molto entusiasmo, il percorso è articolato e sta nascendo un bel confronto poiché le persone possono interagire tra loro. Le partecipanti sono per lo più donne tra i 25 e i 60 anni, ed è bello vedere che non c’è un limite per mettersi in gioco”.
Cosa direbbe alla lei all’inizio di questo percorso di successo?
“Di tenere duro perché non è facile, ma arrivano tante soddisfazioni”.
Il lusso che si concede?
“Il lusso del bello. Per me è importante stare in un ambiente bello, dove è bello andare a lavorare, bello per i dipendenti, un luogo curato, dove mi sento serena e in pace. Non è una cosa scontata ed è importante, visto che trascorriamo più tempo al lavoro che a casa”.
RICONOSCIMENTI
Tra i numerosi i riconoscimenti conferiti a Sonia Peronaci, ecco i più importanti.
2010: Blog dei Blog 2010 di Squisito 2010
2010: Macchianera Blog Awards: I premi della rete – Miglior sito Food
2011: Blog dei Blog 2011 di Squisito 2011
2011: Macchianera Blog Awards: I premi della rete – Miglior sito Food
2012: Oscar delle web tv italiane – Miglior proposta su device mobile
2012: Macchianera Blog Awards: I premi della rete – Miglior sito 2012
2012: Macchianera Blog Awards: I premi della rete – Miglior sito Food
2013: Premio Italia a Tavola per Opinion Leader
2018: speaker per TEDX
2019: Ambrogino d’Oro
2019: Ambasciatrice del Gusto
2019: per la rivista Forbes è tra le 100 donne più influenti d’Italia
Sonia Peronaci in TV
“In cucina con Giallo zafferano”, Fox Life (2013)
“Una sorpresa da Chef”, Canale 5 (2016)
“Le ricette di Sonia”, Rete 4 (2016)
“Cooking class”, Canale 5 (2017)
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