Il Four Seasons di Firenze è una delle strutture di lusso presenti sul territorio toscano e conosciuta a livello internazionale. Gli standard qualitativi elevati ed una passione profonda per l’ospitalità, lo rendono unico nel panorama dell’Hôtellerie. Massimiliamo Musto General Manager della struttura con una lunga esperienza internazionale nel settore, ci racconta quando l’ospitalità di lusso può generare calore ed unicità.
Musto lei è General Manager del Four Seasons Firenze da molti anni, ma la sua è una storia professionale che l’ha portata in giro per il mondo, ma soprattutto una vera passione, qual è stato il suo percorso?
“La passione per questo lavoro nasce già durante la mia infanzia, ero solo un bambino quando guardavo
in TV programmi che raccontavano viaggi attorno al mondo e la mia mente ha iniziato a fantasticare. Quella connessione spontanea con il desiderio di avventura e scoperta non è più venuta meno e da Napoli mi ha portato a Londra per frequentare la scuola alberghiera. Da lì ho continuato a viaggiare e vivere intorno al mondo, dalla Tailandia all’America, la Russia, l’Egitto, le Mauritius, il Giappone, solo per citare alcune. Collaboro con Four Seasons ormai da più di vent’anni e aver potuto osservare il settore dell’ospitalità da un punto di vista privilegiato per tanto tempo, mi ha permesso di sviluppare una consapevolezza della quale sono molto grato. Essere General Manager di un hotel storico e riconosciuto a livello internazionale è una responsabilità che si traduce non solo nelle mansioni ordinarie, ma soprattutto nell’imparare a prevedere lo straordinario e a volte l’impensabile, e orchestrare questa magnifica squadra in modo che ognuno possa sentirsi libero di esprimere il proprio meglio – e di conseguenza garantire la migliore esperienza possibile ai nostri ospiti”.
Il Four Seasons è un incantevole villa in un grande parco, una location da sogno in stile fiorentino, qual è la sua storia?
“Questo hotel prende vita in luoghi straordinari, ricchi di storia e opere d’arte suddivise in due palazzi storici che in passato sono stati residenza del Primo Ministro di Lorenzo de’ Medici e successivamente residenza papale, convento, sede della prima compagnia ferroviaria italiana, punto di riferimento della nobiltà fiorentina. Camminare tra queste sale è come passeggiare nel tempo e avere l’opportunità di respirare ogni giorno questa meraviglia è uno dei maggiori punti di forza dell’hotel. Il Giardino della Gherardesca che avvolge la struttura è un’altra delle meraviglie inestimabili che contraddistinguono la proprietà: a soli quindici minuti a piedi dal Duomo si ha l’impressione di essere trasportati lontano dal trambusto della città, immersi tra alberi secolari in un paradiso senza tempo”
La vostra struttura rappresenta una vera istituzione dell’Hôtellerie di lusso a Firenze, quali sono i valori che volete trasmettere a chi sceglie di soggiornare da voi?
“La capacità di creare esperienze uniche in grado di costruire ricordi destinati a durare. Vogliamo che i
nostri ospiti si sentano riconosciuti trovandosi al centro di un’esperienza che li faccia sentire emotivamente coinvolti, stimolati, incuriositi, stupiti. A volte l’ospitalità di lusso può creare un senso di distacco o timore, per noi è invece prioritario accogliere con calore, creando subito una connessione empatica, spontanea e mai affettata, andando a scoprire con curiosità le singole preferenze per poter
delineare un servizio il quanto più possibile personalizzato.
“È proprio tra i valori di Four Seasons riuscire a stimolare costantemente le persone che formano una
squadra unica ed eterogenea come quella di un hotel. Questo è possibile solo rimanendo votati all’eccellenza e dando la giusta libertà ad ognuno di poter esprimere il proprio carattere e il proprio estro in maniera consapevole e genuina. Ciò che fa la differenza per noi è il fattore umano, la capacità di
empatizzare con le persone e avere cura delle loro necessità con autentica attenzione”.
“Il Palagio” il cui Executive Chef è Paolo Lavezzini risponde alla perfezione agli elevati standard richiesti anche nella ristorazione, come si fa a mantenere sempre le eccellenze?
“Paolo ha una doppia anima, italiana e brasiliana: dopo aver lavorato per alcune delle realtà più rinomate a livello culinario come ad esempio Enoteca Pinchiorri, gli ultimi dieci anni li ha trascorsi in Brasile, un paese che ha lasciato una traccia profonda nel suo carattere e approccio creativo. I suoi piatti sono il risultato dell’incontro tra le sue esperienze passate e l’anima di Firenze plasmate da un approccio di cucina contemporaneo, sostenibile, aperto al mondo. La cucina de “Il Palagio” è basata sul rispetto del territorio e della stagionalità, con menù che si ispirano al Giardino della Gherardesca che ci circonda e i suoi profumi e suggestioni”