Nato in fretta. Come uno swing.
Uno di tre gemelli maschi.
“Chiamato Emanuel, (che significa “Dio è con noi”, ndr) quando mia madre, convinta che fossero due al momento della nascita, ha scoperto che c’ero anche io”.
Stilo nasce a Tropea nel 1986 ma è a Milano da sempre.
“Tutto nella vita è stato una sfida e abbiamo sempre cercato la competizione sana tra noi.
Io sono ingegnere, mio padre ha avuto aziende di impianti e costruzioni.
Lo sport è una grande passione che ci avvolge completamente”.
Oggi, insieme alla famiglia gestisce uno dei resort più incantevoli ed esclusivi alle porte di Milano, il “Castello Tolcinasco Golf Resort & SPA”.
Un paradiso per golfisti e per chi adora trascorrere il tempo libero all’aria aperta.
Oltre ad una splendida piscina, a 3 circuiti da campionato 9 buche e ad un campo executive, il resort contempla: una club house, un pro shop, un’area fitness & wellness, tre putting green ed area approcci, un driving range con 50 postazioni scoperte e 10 coperte e 6 nuovissimi campi da padel.
Come nasce l’idea imprenditoriale di Tolcinasco?
“Parte da lontano, e si rafforza col tempo.
Nel 2015 abbiamo rilevato lo Sporting Milano 3, nel comune di Basiglio.
La struttura era completamente chiusa da tre anni e tutto il contesto attorno, sia commerciale che residenziale, ne aveva subito le pesanti conseguenze.
Abbiamo completamente ristrutturato l’immobile cambiandone il format commerciale e rendendolo accessibile a tutti con servizi dedicati alla persona e alle famiglie.
Così, abbiamo deciso di riadattare questa formula di successo anche a Castello Tolcinasco, rimanendo in linea con il nostro obiettivo: creare una struttura inclusiva dove lo sport ed i servizi completano l’offerta di benessere a 360 gradi.
A Tolcinasco diciamo che ci piace prenderci cura delle “vedove del golf” – sorride – il golf è uno sport che richiede tempo, per cui spesso e volentieri i mariti quando vanno a giocare devono negoziare una giornata intera fuori casa.
Da qui nasce l’idea: perché una struttura così bella alle porte di Milano, con questi spazi, non può essere utilizzata da famiglie intere?
C’è stata un’importante attività di riqualificazione degli spazi e di implementazione dei servizi.
Abbiamo creato una SPA ed area fitness & wellness, abbiamo implementato servizi dedicati ai bimbi con la possibilità d’estate di frequentare dei campus polivalenti con delle attività sportive proprio come il golf, propriocettiva motoria e anche la didattica come l’inglese.
L’idea è quella di portare le famiglie a vivere in un contesto piacevole dove tutti i componenti possano divertirsi e trascorrere del tempo sereni, felici ed in sicurezza”.
Come viene visto nel nostro Paese il golf?
“Durante la pandemia il golf per fortuna è stato uno di quegli sport che non ha subìto un grosso contraccolpo poiché, per la natura del suo gioco, si svolge all’aria aperta e senza contatto.
Tutti noi del settore ci auguriamo un cambio di passo e di mentalità soprattutto dopo la Ryder Cup che si terrà nel 2023 a Roma.
Speriamo che questo possa essere un input importante soprattutto per far avvicinare più persone possibili al mondo del golf, e che possa servire per abbattere il pregiudizio che sia solo ad appannaggio delle persone benestanti.
É vero che per giocare a golf devi avere tempo a disposizione e la possibilità di poterti organizzare, però iscriversi ad un campo di golf in Italia costa in media 3 mila euro/anno, un set da golf, che dura anche 10 anni, costa 2 mila euro. Una settimana bianca in montagna, costa decisamente di più…”
Qual è la percezione nel mondo del golf in Italia?
“Purtroppo l’Italia nel mondo non è considerata una golf destination.
In Spagna e Portogallo ci sono intere aree che in pochi chilometri ospitano decine di campi da golf.
É necessario aumentare l’attività di promozione verso il nostro Paese visto che abbiamo dei campi magnifici.
Serve sinergia tra la Federazione e gli enti del turismo che dovrebbero aiutarci a far emergere questo tipo di messaggio all’estero.
Ritengo che noi gestori dovremmo fare rete, fare squadra e andare insieme alle fiere di settore presentando sotto un unico stand la nostra offerta qualificata.
In questa maniera potremmo intercettare gli stranieri amanti del golf e organizzare esperienze multidisciplinari: arte, sport, cultura.
Il turismo golfistico potrebbe essere un grande boost per l’economia di settore”.
Tornando alla struttura di Tolcinasco, quali sono le principali attività messe in campo?
“Abbiamo cercato di lavorare il più possibile con le scuole, soprattutto internazionali, per farci conoscere e far apprezzare questo sport.
In un solo anno abbiamo triplicato gli iscritti dell’Academy andando a promuovere la nostra struttura con degli open day nelle scuole ed organizzando delle giornate dedicate all’interno di Tolcinasco.
Mentre gli studenti erano impegnati nell’attività fisica con i nostri maestri, i loro genitori scoprivano tutti gli altri servizi.
Inoltre, abbiamo finalizzato un progetto con l’Università Bocconi diventando così la sede ufficiale per tutte le attività in ambito golfistico.
La recentissima apertura di 6 campi da padel amplia ulteriormente l’offerta sportiva.
Abbiamo coperto l’intero campo pratica con la tecnologia Top Tracer che permette di visualizzare ogni colpo sul televisore e registrare i dati del volo di palla per poterli poi analizzare da casa.
Amiamo il golf, cerchiamo sempre di trovare diversi escamotage per diffonderlo.
Lo scorso inverno, in pieno lockdown, ci siamo inventati questo circuito da svolgere in estate che si chiama “6X9=19”.
Abbiamo dato vita ad un circuito costituito da 6 tappe, su 9 buche da fare in cart.
Gli accompagnatori ed i neofiti avevano a disposizione uno staff di maestri per provare il golf gratuitamente.
La 6×9 è stata un grandissimo successo in termini di presenza e partecipazione e ci ha dimostrato che esiste un margine per innovarsi e promuovere questo sport.
Inoltre, lo abbiamo visto durante l’emergenza, le persone hanno sempre più voglia di uscire dalla città e riprendere contatto con la natura per vivere gli spazi e guadagnare un po’ in qualità di vita.
Avere delle strutture con dei servizi dedicati alla persona aiuta questo processo”.
Qual è l’identikit del giocatore di golf?
“In realtà non esiste un vero e proprio identikit del giocatore di golf.
Chi gioca a golf ama stare all’aria aperta, in pace con la natura, ed ha una certa predisposizione al network. In apparenza potrebbe sembrare non faticoso rispetto ad altri sport, ma non è così.
Anche se non esiste la componente aerobica, spesso sul green ti ritrovi a camminare con sacca in spalla per 12 chilometri.
É richiesta una grande elasticità poiché lo swing è un movimento totalmente asimmetrico e implica una muscolatura estremamente forte; si sta in piedi parecchie ore.
Lo spirito del golf è anche quello di prendersi il tempo per condividere esperienze, conoscersi e confrontarsi.
Il golf è uno sport difficile ed a mio parere è la metafora perfetta del successo nella vita: per metterla “in buca” devi essere determinato, perseverante e leale”.
Progetti per il futuro?
“Il mio desiderio è quello di restare nell’ambito dello sport.
Mi piacerebbe che in Italia si potesse lavorare sviluppando il mondo del golf come idea imprenditoriale.
L’impresa sport è complessa poiché ci sono dei costi di gestione elevatissimi, e per coprirli devi spesso partire da range molto bassi di ricavi.
É impensabile riuscire a coprire i costi vivi di gestione con le sole revenues scaturite dalle membership, per cui è necessario inventarsi numerose attività anche con le aziende ed i privati.
La passione è innata, le competenze si acquisiscono sul campo.
Spero vivamente di dare il mio contributo affinché le persone possano fare sport, stare in salute e vivere la propria vita al meglio”.
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