Con Hubique l’AI può garantire nuove prospettive al real estate
Alessandro Gatti, imprenditore nel settore real estate

Con Hubique l’AI può garantire nuove prospettive al real estate

24 Maggio 2024

In Italia esistono 17mila aziende emergenti, tra startup come Hubique e Pmi innovative, che rappresentano un vero e proprio volano per la crescita del PIL nazionale e dell’occupazione.

Danno lavoro a 30mila persone e hanno raccolto 7,3 miliardi di dollari e generato ricavi per circa 4,4 miliardi, quasi lo 0,2% del PIL italiano.

Il peso strategico che queste aziende ricoprono per l’economia nazionale risiede in 3 ragioni.

In primis, crescono del 50% anno su anno e il loro numero è raddoppiato negli ultimi due anni, con un conseguente incremento del 20% di nuovi dipendenti.

Infine, si tratta di realtà che offrono opportunità di innovazione alle stesse aziende della old economy.

Gli investimenti a sostegno di questa economia nascente sono quindi cruciali per il futuro economico e occupazionale del Paese.

Attualmente l’Italia deve fare molta strada per mettersi al passo con quanto avviene in Europa: gli investimenti italiani in questo campo riguardano lo 0,25% del PIL nazionale, contro una media europea dell’1,3%.

Secondo il Venture Capital Scanner 2024 di Bain & Company Italia, il Venture Capital nel nostro Paese ha segnato una flessione del 20% rispetto all’anno record del 2022, raccogliendo 1,1 miliardi di investimenti complessivi.

I nuovi scenari del Venture Capital: l’AI può garantire nuove prospettive all’economia nazionale, made in Italy incluso

La contrazione, tuttavia, è stata più contenuta, rispetto alla media europea (-41%) e alcuni settori hanno registrato delle crescite interessanti e in controtendenza.

È il caso delle startup che sviluppano o impiegano soluzioni di Intelligenza Artificiale Generativa che hanno raccolto 21 miliardi di dollari (+ 4 miliardi rispetto al 2022) a livello globale, dimostrando il crescente interesse per le potenzialità di questa tecnologia innovativa.

Abbiamo incontrato l’imprenditore, investitore e advisor milanese Alessandro Gatti per delineare lo scenario che ci attenderà nel mondo delle startup e del venture Capital italiani.

Gatti ha creato nel 2022 la startup Hubique che, proprio grazie all’impiego dell’Ai, si sta facendo strada nel mondo del Real Estate, rivoluzionandone i meccanismi delle compravendite.

Com’è nata l’idea di creare Hubique?

“Da anni seguo il mercato immobiliare e ho sempre pensato che la tecnologia potesse essere un aiuto concreto per svecchiare certe dinamiche datate e poco funzionali.

Hubique vuole creare un’esperienza digitale unica, in grado di valorizzare l’immobile e permettere ai clienti di apprezzarne appieno le potenzialità.

Potranno passeggiare virtualmente all’interno degli ambienti e cambiare le finiture con un clic.

Grazie alla tecnologia non dovranno più limitarsi a immaginare quel che sarà, ma potranno viverlo ancor prima che esista realmente.

Hubique punta a essere il punto di riferimento del marketing digitale nel mondo real estate.

Inoltre, ha in pipeline molti progetti per differenti ambiti, dai developer, alle agenzie immobiliari, ai portali di crowdfunding.

Mi affianca nella gestione di Hubique, Stefano Nicotra, in qualità di AD, mentre nello sviluppo tecnologico Gennaro Varriale, CTO”.

I nuovi scenari del Venture Capital: l’AI può garantire nuove prospettive all’economia nazionale, made in Italy incluso

Hubique ha già chiuso collaborazioni importanti con storiche realtà del mercato immobiliare. Il settore è ricettivo al cambiamento?

“Assolutamente sì, la tecnologia è entrata nel mercato immobiliare per restare e rivoluzionarlo.

Sono molte le realtà storiche del settore immobiliare che si sono affidate ai sofisticati strumenti digitali, proposti da Hubique e dall’App HUB Agency.

Li abbiamo appositamente sviluppati per accrescere la qualità del servizio offerto dagli agenti immobiliari, migliorando l’esperienza d’acquisto del cliente.

Solo nell’ultimo anno Hubique ha siglato accordi di collaborazione, per esempio, con FRIMM Retail, con il Gruppo Gabetti e con il portale di annunci economici e raccolta big data Wikicasa”.

I nuovi scenari del Venture Capital: l’AI può garantire nuove prospettive all’economia nazionale, made in Italy incluso

Da oltre un decennio investe anche in start up, sia personalmente che con la sua holding FG INVEST. Come sceglie i cavalli su cui puntare?

Da una decina di anni seguo delle startup, ora nella fase scaleup.

SMACE che organizza esperienze per team aziendali, mixando vacanza e lavoro (workation), sostenendo il turismo nelle nostre magiche località.

2Watch, invece, è attiva nel mondo dell’eSport, settore che entro il 2027 si stima raggiungerà 522 miliardi di dollari di valore, fino ad arrivare al Proptech con Wikicasa e Hubique.

Mercati in forte mutamento, che si stanno rivelando opportunità promettenti.

Anticipare le esigenze del mercato è cruciale, per sviluppare soluzioni e risposte che ancora mancano.

È fondamentale sostenere la creatività e le idee di talenti brillanti, attenti ai nuovi trend emergenti.

Queste realtà rappresentano tasselli importanti per la crescita economica e occupazionale del Paese.

Bisogna essere in grado di prevederne le potenzialità, osservandole con uno sguardo orientato a quel che sarà, senza aspettarsi risultati nell’immediato”.

In quanto ai settori sui quali sia utile puntare in un’ottica di investimento, cosa suggerisce?

“La tecnologia sicuramente; l’Intelligenza artificiale in particolar modo, applicata a diversi ambiti, dal Proptech, al Fintech, ma anche per potenziare l’eccellenza del Made in Italy nel mondo.

L’Italia ha l’occasione di giocare un ruolo da protagonista in questo campo, grazie al miliardo messo a disposizione dalla Cassa Depositi e Prestiti”.

L’AI, quindi, può aiutare il Made in Italy ad emergere a livello globale?

“Da italiano auspico che anche il settore del Made in Italy (food, turismo, moda, design) possa trovare i suoi unicorni: non è concepibile che questi mercati, con il talento e la storia che li contraddistinguono, siano in mano agli stranieri (pensiamo ad esempio a Booking, di proprietà olandese).

L’Italia deve imparare a fare squadra e a supportare le aziende che fanno il bene dell’economia nazionale, come SMACE, ad esempio, che, in chiave altamente digitalizzata, racconta e promuove le bellezze del nostro territorio, anche all’estero.

L’AI può rivoluzionare la promozione delle eccellenze del Made in Italy nel mondo, ad esempio analizzando i dati di mercato, per aiutare a identificare le tendenze emergenti e ottimizzare le strategie di marketing.

Grazie a chatbot e assistenti virtuali, permette di migliorare l’assistenza clienti e la personalizzazione delle esperienze d’acquisto.

Può anche aiutare a combattere la contraffazione, garantendo l’autenticità dei prodotti italiani, aiutando a comunicare in modo chiaro, con la traduzione automatica avanzata, le caratteristiche delle nostre eccellenze italiane”.

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