Intervista a Ginevra Odescalchi, la principessa stilista dall’animo delicato, elegante e audace

5 Dicembre 2023

Anni Ottanta, anni della “Roma godona”, della “Milano da bere”, della disco music e del ritorno al privato. Esattamente nel periodo più rampante che mai, quando nella Capitale ci si divertiva tantissimo, un principe e sua moglie decidono di fare una scelta rivoluzionaria per quell’epoca: abbandonano cognomi, blasoni, castelli e ricchezze per vivere per strada. I loro tre figli, ancora piccoli, vanno a vivere con la nonna e le tate, immersi in una vita agiata distante anni luce da quella scelta dai genitori.

Di questi tre fratelli ho avuto il piacere di intervistare Ginevra Odescalchi, una figura affascinante e regale, una vera principessa di nome e di fatto, la più piccola dei tre eredi andati a vivere con Amelia Lante della Rovere, una persona che per questa bellissima trentaseienne, mamma a sua volta di tre figli, rappresenta qualcosa di più di una nonna tout court, come potete leggere nell’intervista che segue.

Nonostante il suo status sociale, ha scelto una carriera nel mondo della moda, creando la sua sartoria Made-to-Measure che porta il suo nome, “Maison Ginevra Odescalchi”.

Il suo viaggio artistico e personale è un esempio di coraggio e determinazione e ci lascia con la curiosità di scoprire cosa riserverà il futuro a questa talentuosa principessa stilista.

Come è nato l’amore per il mondo della moda?
“Gli inizi della mia avventura nel mondo della moda sono stati caratterizzati da un’insicurezza di fondo che mi stava frenando. Avevo un po’ paura ad espormi in prima persona, quindi ho deciso di camuffarmi decidendo di non chiamare la linea con il mio nome. Quando ho cominciato il brand si chiamava “Mad.e”, sia per ricordare il nome di mia figlia Maddalena, sia perché in inglese “mad” significa “pazzo”, sia perché, sempre in inglese, “made”, significa “fabbricato con le proprie mani”. Dopo un po’ di tempo, però, ho acquisito una maggiore sicurezza in me stessa, quindi ho deciso di uscire allo scoperto. Adesso il mio laboratorio sartoriale si chiama “Maison Ginevra Odescalchi”, una realtà che esprime pienamente la mia autentica passione per l’alta moda su misura. Il motivo? Mi piace l’artigianato, le cose belle che non passano mai di moda e la realizzazione delle mie creazioni con cura e dedizione. Le mie clienti, fortunatamente, sono entusiaste di questo mio modus operandi”.

Che rapporto ha con il lusso e le tendenze?
“Premetto che il mio concetto di lusso è molto diverso da tutto ciò che, comunemente, l’opinione pubblica ritiene che ‘faccia tendenza’. I trend del momento, per me, non rappresentano il vero lusso, così come le cose materiali delle quali molte persone si circondano perché le ritengono degli status symbol. Il lusso significa poter avere a portata di mano qualcosa di raro e prezioso dal punto di vista storico o artistico, così come un oggetto di alto artigianato. Sono questi i beni che possono darti gioia, perché esprimono poesia e la loro realizzazione ti fa capire che chi li ha creati ci ha messo un pezzo di cuore. Un altro esempio di lusso? La possibilità di poter vedere le stelle senza le luci artificiali in una location in mezzo al deserto, un’esperienza unica che ti consente di guardare il cielo in modo diverso. Per mia figlia maggiore, invece, come tutte le ragazze della sua fascia d’età, tra i tredici e i quattordici anni, il lusso si identifica con il brand”.

Tutte le crisi che abbiamo affrontato tra pandemia, guerra in Ucraina e altre di carattere personale mettono sempre a nudo le nostre fragilità. Quale rapporto nutre con la sua parte più intima e umana?
“Gli ultimi anni della mia vita, tra pandemia, la nascita di un figlio e il trasferimento nel mio laboratorio-sartoria, sono stati caratterizzati da profondi cambiamenti. Il 2020, un anno che è stato per tutti molto difficile per il Covid, ha rappresentato una svolta: in quel periodo ho deciso di avviare la mia attività e prendere uno spazio a Palazzo Ricci, nel centro storico di Roma. É stata una scelta audace e coraggiosa di cui ne vado fiera, perché mi ha permesso di affrontare le sfide. Mi ritengo, infatti, una persona che, non temendo l’aspetto umano delle situazioni, si butta a capofitto in nuove ed entusiasmanti opportunità. E, anche se all’inizio ho avuto qualche incertezza e timore di non potercela fare, alla fine ho superato tutto e sono felice dei risultati ottenuti”.

Ha una formazione sia in sartoria che nella danza. In che modo queste due passioni si riflettono nel suo lavoro di stilista?
“La sartoria e la danza sono due passioni che hanno segnato il mio percorso creativo. La prima, che mi ha conquistato durante l’adolescenza, mi ha insegnato la fluidità dei movimenti, la disciplina, la costanza, l’eleganza, la grazia e la corretta postura, tutte caratteristiche che cerco di tradurre nei miei design. La formazione in sartoria, invece, mi ha trasmesso l’attenzione ai dettagli, l’artigianalità e l’amore per la precisione. Queste due influenze si fondono nel mio laboratorio su misura, dove ogni abito è una creazione unica e speciale, esattamente come ogni passo di danza”.

Come riesce a bilanciare eleganza e audacia nelle sue creazioni?
“Cerco di equilibrare l’eleganza classica dei miei abiti con un tocco di audacia e di seduzione. La moda per me è un’arte espressiva e ogni donna è unica e speciale. Nel processo creativo cerco di enfatizzare quelle parti del corpo di ogni cliente che devono essere valorizzate, come ad esempio il collo, le gambe o le spalle, anche con le trasparenze. Mi aiutano molto quelle stoffe che io definisco ‘aggraziate e fatate’, in grado di assicurare quel giusto mix tra eleganza e audacia, sexytudine e bon ton. Questo equilibrio mi permette, infatti, di creare abiti che esaltano la personalità e la bellezza di ogni donna, mantenendo sempre un tocco di raffinatezza che non guasta mai”.

Ha dovuto affrontare delle sfide particolari nel settore della moda? Come ha affrontato eventuali pregiudizi o stereotipi legati all’essere principessa?
“Ha comportato sfide uniche, ma anche grandi opportunità. Ho ignorato i giudizi degli altri, perché ritengo che il tempo è galantuomo: dimostra se, a lungo andare, vali oppure no. Inizialmente, forse alcuni pregiudizi hanno riguardato il mio status e le elevate aspettative su di me. Per questo, ho creato una corazza per essere impermeabile al gossip, mettendo cuore e passione nel mio lavoro, anche perché volevo fortemente imparare un mestiere di alto artigianato, dimostrando concretamente il mio talento e il mio impegno nel settore attraverso le mie creazioni. Questo era il mio obiettivo, nient’altro. Ho dedicato tempo ed energia per costruire una carriera basata sulla mia passione e sul mio talento, superando qualsiasi stereotipo con umiltà e determinazione”.

Ci parli del suo ruolo di mamma a tempo pieno. Come riesce a bilanciare tutte queste responsabilità con la sua carriera?
“Essere mamma e, contemporaneamente, portare avanti la mia attività sono due responsabilità importanti che curo con amore e dedizione. Il loro bilanciamento richiede una pianificazione attenta e un grande supporto da parte della mia famiglia e del mio team. Cerco di organizzare il mio tempo in modo da dedicare momenti speciali ai miei cari e altri momenti creativi al mio lavoro. La passione per ciò che faccio mi dà la forza e la determinazione di affrontare tutte queste sfide e fare il meglio in ogni aspetto della mia vita”.

Ha menzionato sua nonna come esempio. In che modo lei ha influenzato il suo stile e la sua visione della moda?
“Mia nonna è stata un esempio di eleganza innata: riusciva a indossare qualsiasi cosa con grazia e raffinatezza senza alcuna ostentazione. Mi ha insegnato che la classe e lo stile non è definito da ciò che si indossa, ma è la persona che può trasformare un semplice abito in un abito elegante. Da lei ho imparato che ciò che conta davvero è come una persona indossa un abito e cosa prova quando lo indossa, non il prezzo o la marca. Mia nonna mi ha insegnato, quindi, la capacità di esprimere la propria personalità attraverso i vestiti che si indossano, rendendo ogni abito unico e speciale, indipendentemente dal suo costo. La sua eleganza naturale e il suo stile senza tempo mi hanno ispirato a creare abiti che riflettano la bellezza autentica di ogni donna, enfatizzando la sua individualità e il suo carattere. Ritengo di essere più estrosa rispetto a lei, anche se non mi vesto in modo appariscente”.

Si ritiene una persona riflessiva, intimista, che ama la solitudine?
“Amo molto stare da sola, però sono anche una persona che in un contesto sociale si diverte perché sono molto espansiva. Ma, pur non essendo assolutamente timida, se dovessi scegliere preferirei avere un piccolo contesto tutto mio, una sorta di buen retiro spirituale”.

I suoi abiti hanno un prezzo accessibile. Cosa l’ha spinta a concentrarsi su questo target rispetto ad altri brand di alta moda?
“Ho scelto di concentrarmi su un mercato più accessibile perché desidero che ogni donna possa permettersi di indossare un abito fatto su misura e di sentirsi speciale in ogni occasione. Le mie clienti non hanno un budget molto alto, però si sono innamorate dei miei vestiti e si sono affezionate a me: la cosa mi lusinga, quindi cerco di venire incontro al loro budget di spesa. Per questo motivo, mi piace ridare vita ad un abito da cerimonia, che può essere indossato anche in altre occasioni, dopo aver apportato delle modifiche. La mia passione per la moda è guidata dalla voglia di realizzare i sogni delle mie clienti, di ascoltare le loro richieste e di creare abiti che rispecchino la loro personalità. Credo che l’eleganza non debba essere riservata a pochi, ma debba essere accessibile a tutte le donne che desiderano sentirsi belle e sicure di sé”.

Ha tatuaggi con la “o” del suo cognome. Può condividere con noi il significato di questi tatuaggi e il loro legame con la sua vita e il suo percorso?
“I miei tatuaggi con la “o” non rappresentano affatto la O del mio cognome Odescalchi ma rappresentano un legame profondo con il simbolo di chiusura e di compimento. Ogni tatuaggio rappresenta una persona cara o un momento significativo della mia vita. Sono dei segni indelebili che mi accompagnano nel mio percorso, ricordandomi sempre le mie radici, le mie persone, le mie esperienze”.

In che modo Roma ha influenzato la sua creatività e il suo stile?
“Il trasferimento da Santa Marinella a Roma è stato un momento di grande cambiamento nella mia vita. Ero ancora piccola ma Roma ha avuto un impatto significativo sulla mia creatività e il mio stile. Vivere in una città così affascinante e cosmopolita mi ha ispirato nuove idee e mi ha permesso di entrare in contatto con diverse influenze artistiche. La magia di Roma è palpabile in ogni angolo, e mi ha spinto a sperimentare e ad abbracciare nuove sfide nel mio lavoro di stilista. Credo che la mia influenza artistica provenga particolarmente da Roma. Insomma, sono romana dentro”.

Cosa si aspetta per il futuro della sua “Maison Ginevra Odescalchi”? Ci sono in programma dei progetti o delle collaborazioni?
“Sono soddisfatta di quanto ho realizzato fino ad ora; mi aspetto di continuare a crescere e a realizzare i sogni delle mie clienti. Ho in mente progetti e collaborazioni che mi permetteranno di portare la mia creatività in nuovi contesti e di raggiungere un pubblico ancora più vasto. Il mio obiettivo è di continuare a offrire abiti su misura unici e speciali, mantenendo sempre l’accessibilità e la passione che mi contraddistingue. Purtroppo faccio fatica a delegare, quindi mi piacerebbe avere a disposizione un team più funzionale, anche per trascorrere più tempo con la mia famiglia”.

Mi ha colpito positivamente la storia di vita di sua madre Fiamma Mameli (discendente di Goffredo Mameli, autore dell’inno nazionale), i suoi cambiamenti e le sue scelte. Pensa di possedere qualche suo tratto di personalità?
“Penso di possedere dei tratti della sua personalità legati alla sua spiccata intelligenza artistica, come la sua innata capacità di disegnare, e alla sua intelligenza emotiva.

Penso di aver ereditato da lei il coraggio di affrontare i cambiamenti e le sfide con determinazione. La sua lezione mi ha insegnato l’importanza di essere fedeli a sé stessi e di seguire il proprio cuore nel percorso di vita”.

Suo padre, Filippo Odescalchi, è mancato quando lei aveva cinque anni. Con sua madre vi sentite ancora?
“Sì, mi invia tanti sms, non ho mai smesso di avere un rapporto con lei, anche grazie alle nuove tecnologie”.

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