Hanno fatto del loro claim “In food we trust” un vero e proprio mantra che dal 2012 ad oggi li ha portati ad essere tra i comunicatori di cibo più influenti del web. Abbiamo incontrato Stefano e Riccardo fondatori di Gnambox, che da un anno hanno deciso di lasciare Milano per trasferirsi a Lecce e raccontare un territorio nuovo. Parola chiave? <<Wow!>>.
Perché “in food we trust”?
Perché sin dall’inizio di GNAMBOX abbiamo deciso di raccontare tutte le nostre passioni attraverso il cibo. Il cibo è sempre stato per noi il filo conduttore di tutto. Grazie al “food” siamo riusciti a raccontare città, persone e noi stessi. 10 anni fa abbiamo iniziato a farci conoscere online pubblicando le prime ricette, era per noi il modo di parlare di noi stessi facendo capire come amavamo cucinare e cosa ci piaceva mangiare.
È stato un anno importante per voi, peno di cambiamenti.
Da gennaio abbiamo deciso di spostarci da Milano a Lecce. Amiamo la Puglia in maniera viscerale e dalla prima volta che siamo venuti qui in vacanza ci siamo sempre detti che a volte ci sentiamo più a casa qui che nei nostri paesi di origine, siamo entrambi Brianzoli. La Puglia – e i pugliesi – ci caricano di energia e voglia di fare. Milano è stata fondamentale per la nostra crescita personale e professiate ma la Puglia è e sarà fondamentale per riuscire ad evolvere e per metterci alla prova dal punto di vista professionale.
Raccontatemi il vostro progetto “Wow Lecce”?
Una guida in formato poster distribuita gratuitamente in luoghi selezionati che celebra la bellezza di Lecce. Oltre cinquanta indirizzi selezionati per far vivere al meglio chi visita la città per la prima volta ma anche per chi la vive tutti i giorni. Questo primo progetto dedicato alla Puglia è in collaborazione con Francesca Pagano, consulente strategica radicata nel territorio pugliese. Pensiamo che vivere un luogo seguendo i consigli giusti possa totalmente cambiare la tua esperienza di viaggio ed è per questo che è sempre bello condividere i consigli. Wow Lecce vuole essere il primo progetto di una serie di attività legate al territorio.
Cosa vi piace di Lecce? Cosa vi manca di Milano?
Prendiamo il meglio da entrambe le città. Ovviamente non siamo venuti a Lecce per cercare Milano. Di Lecce amiamo il suo modo di vivere, il fatto che le persone abbiamo ancora voglia di ascoltare, approfondire e di guardarsi attorno. Il problema di Milano è che a volte ti travolge e non ti permette di dedicare il giusto tempo a tutto quello che ti circonda. Ci manca a volte la sua vivacità e i nostri affetti più cari.
Cosa significa per voi fare comunicazione digitale?
Vuole dire condivisione, creare contenuti e non essere mai banali. Avendo iniziato in questo campo più di dieci anni fa abbiamo avuto la fortuna di “creare” un lavoro, fare le regole e poter essere il più possibile spontanei. Non volgiamo mai perdere la voglia di utilizzare il digitale per dare un contenuto. I social ora sono molto veloci, rischi di essere “mangiato” dalla quantità di informazioni e contenuti che ti vengono proposti. Per noi la comunicazione digitale deve sempre essere utilizzata per “dare qualcosa” alle persone che ti seguono o che finiranno per caso a guardare il tuo contenuto.
Quale settore preferite raccontare? Target di rifermento?
Abbiamo sempre seguito le nostre passioni e pensato a noi come target di riferimento per i nostri progetti. Tutt’ora amiamo lavorare con realtà che ammiriamo e ci appassionano quindi principalmente nel mondo del food, dell’ospitalità. Amiamo le sfide e non è detto che ci apriremo a nuovi orizzonti. Tra i progetti che seguiamo in Puglia ci sono il ristorante Taverna del Porto a Tricase Porto e Montekore, una casa vacanze immersa nella natura vicino a Otranto. Entrambe realtà con bellissime storie da raccontare e far scoprire.
Che direzione cercare di dare a un luogo nel vostro storytelling?
Amiamo la semplicità, raccontare il vero e – come diciamo sempre – non amiamo “urlare” sui social. Per noi è fondamentale entrare nella testa e nel cuore delle persone per cui lavoriamo e cercare di comunicare in modo diverso ogni realtà. Pensiamo che Instagram sia uno strumento fondamentale di ricerca, le persone lo usano come fosse Google ed è per questo che la comunicazione deve essere diretta e sincera.
Cosa fa Riccardo? Cosa fa Stefano?
Lavoriamo come un vero team sviluppando insieme la parte creativa. Non ci siamo mai imposti dei ruoli ma crediamo che l’unione delle nostre visioni riesca a sviluppare progetti a 360 gradi.
Cosa vi influenza?
Ci facciamo influenzare da tutto senza farci però “annientare” dalle mode. Guardare troppo i social è rischioso, senza accorgertene rischi di farti travolgere dalle mode o da un modo di comunicare che a volte rischia di essere troppo uguale per tutti. Per questo è bello cercare ispirazione ovunque prendendo ciò che è bello e interessante da molti ambiti. Per noi è fondamentale parlare sempre con le persone e farci ispirare anche da loro.
Dove siete ora?
Siamo appena tornati da un bellissimo viaggio in Brasile. Un’esperienza organizzata da GORE-TEX e Scarpa dove siamo riusciti a vivere all’insegna dell’esplorazione della natura e di un nuovo territorio. Vivere quattro giorni in Amazzonia – il polmone della Terra – ci ha fatto capire ancora di più di quanto rispetto dobbiamo avere per il nostro Pianeta. Siamo stati per la prima volta anche a Rio de Janeiro, una città che ci ha colpito tantissimo e che non vediamo l’ora di tornare a visitare, magari durante il Carnevale.
Amiamo tantissimo viaggiare ma per il momento vogliamo dedicarci a passare più tempo possibile in Puglia, ci sono ancora tante parti di questa regione che non conosciamo e che vogliamo scoprire.
Vi definireste ancora food blogger?
Siamo in un momento di transizione, anche la nostra bio di Instagram è in continuo cambiamento. Per ora ci piace definirci come due creativi che raccontano la loro vita tra Milano e la Puglia e che si occupano di comunicazione digitale e produzione di contenuti.
Come pensate di evolvere il vostro modo di comunicare in futuro?
Bella domanda, forse per lasciare un po’ di suspence possiamo dirti che te lo faremo sapere alla prossima intervista.
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