Gli oloconcerti, la nuova frontiera della musica dal vivo

21 Novembre 2023

Tutto inizia nel lontano 2012 al mitico Coachella Festival. All’improvviso, durante il primo fine settimana della celebre kermesse, appare sul palco un’immagine stilizzata di Tupac Shakur, il rapper deceduto nel 1996 dopo sei giorni di agonia all’Ospedale dell’Università del Nevada per le conseguenze delle ferite riportate in una sparatoria. Dopo questo primo ologramma, è stata la volta della realizzazione di quelli di Madonna, Celine Dion, Black Eyed Peas, Ronnie James Dio, Frank Zappa, Michael Jackson, Whitney Houston ed Amy Winehouse. L’ultima notizia, in ordine di tempo, riguarda i Beatles. La voce di John Lennon, estrapolata da una vecchia audiocassetta, torna a nuova vita grazie all’intelligenza artificiale nel brano “Now and Then”. Signore e signori, benvenuti nella nuova era dei concerti dal vivo, con performance durante le quali il vostro artista preferito si mette a duettare con colleghi defunti che, come per magia, “resuscitano” sui palcoscenici dei festival più importanti a livello mondiale. Nostalgia del tempo che fu? Non solo. La diffusione degli “olo – concerti” sta a dimostrare, se mai ce ne fosse ancora bisogno, che il mondo della discografia, dopo il boom dei talent e di Spotify, sta entrando in una nuova dimensione. Merito dell’olografia, la tecnica di riproduzione fotografica in grado di mostrare le caratteristiche di un oggetto o di un soggetto in forma tridimensionale, mediante l’interferenza di onde luminose e delle straordinarie potenzialità offerte dall’intelligenza artificiale. Di questa rivoluzione nel settore dell’entertainment ne abbiamo parlato con Antonio Franzese, co – founder assieme al fratello Gianluca di Media Engineering (sito www.mediaeng.it), società italiana specializzata in ologrammi, realtà virtuale e aumentata, software, applicazioni all’avanguardia, progettazione di e-Learning Management System 3D e gamification. La società romana, che opera nel campo delle tecnologie 4.0, è stata fondata nel 2002 e affianca al proprio know-how ingegneristico creatività e multimedialità per rispondere alle nuove esigenze delle imprese, anche quelle che operano nell’organizzazione dei concerti.

Ing. Franzese, come avviene questa magia, che poi non è magia ma è scienza? 

“Oggi possiamo ricostruire e rianimare le persone grazie a diverse tecniche, come quelle di gioco; in questo caso ci affidiamo a telecamere particolari che, dopo aver osservato il movimento, consentono di creare lo scheletro di una persona, reale e non, e poi memorizzare le sue movenze. Grazie al machine learning, all’apprendimento da parte della macchina, lo scheletro impara le movenze e, successivamente, le abbina al parlato. Pensiamo, per esempio, al famoso moonwalk di Michael Jackson, che può essere ricreato attraverso una telecamera che osserva un vecchio filmato d’epoca”. 

Ing. Franzese, come avviene questa magia, che poi non è magia ma è scienza? 

“Oggi possiamo ricostruire e rianimare le persone grazie a diverse tecniche, come quelle di gioco; in questo caso ci affidiamo a telecamere particolari che, dopo aver osservato il movimento, consentono di creare lo scheletro di una persona, reale e non, e poi memorizzare le sue movenze. Grazie al machine learning, all’apprendimento da parte della macchina, lo scheletro impara le movenze e, successivamente, le abbina al parlato. Pensiamo, per esempio, al famoso moonwalk di Michael Jackson, che può essere ricreato attraverso una telecamera che osserva un vecchio filmato d’epoca”. 

Secondo lei, quali sono i motivi che stanno alla base di questa nuova tendenza nel settore degli eventi dal vivo? Effetto nostalgia da parte di coloro che non sono più giovanissimi o c’è dell’altro? 

“Si tratta di un fenomeno complesso. In primis, lo scopo dell’uso dell’ologramma di un artista defunto è solo uno: quello di far rivivere gli interpreti, facendoli conoscere, assieme ai loro brani e alle loro performance, anche alle nuove generazioni, rendendoli eterni. La musica è un prodotto a compartimenti stagni: ciascuno di noi ricorda gli artisti della propria epoca, anche se molti sono intergenerazionali. Penso che l’olografia possa essere utile a quei giovani che ancora non conoscono approfonditamente icone del passato che, con i loro brani, hanno fatto la storia della musica. Un altro vantaggio importante dell’olografia è l’ubiquità: l’ologramma di un artista che si esibisce può essere contemporaneamente in due o più palcoscenici di città diverse, magari in occasione di festival musicali programmati nello stesso periodo. Questo potrebbe significare anche un maggior ritorno sull’investimento, considerando che, come dicevo prima, la sfera emozionale dello spettatore si amplifica. Con un enorme beneficio per le strutture ricettive e l’aumento dell’occupazione di un territorio, il che significa aumento del Pil in tutta Italia. Lo hanno dimostrato, recentemente, i dati positivi di Umbria Jazz sul turismo e sull’economia, non solo locale”. 

Nel caso della voce di John Lennon nel brano “Now and Then”, come si è arrivati a questo risultato che non ci saremmo mai aspettati? 

“Grazie all’intelligenza artificiale, è stato possibile elaborare e manipolare l’audio della musicassetta: è sufficiente partire anche da piccole tracce per ricostruire la voce di una persona defunta, famosa e non”. 

Abbiamo constatato in quest’ultimo periodo che l’intelligenza artificiale è in grado di ricreare anche le emozioni umane. Se ci pensiamo, è un po’ inquietante. 

“Infatti una regolamentazione, soprattutto dopo il blocco di OpenAI in Italia da parte del Garante della Privacy, subito dopo ripristinata, è più che mai necessaria. Adesso è entrata in azione la Comunità Europea, la quale sta lavorando ad un AI ACT che regolamenterà l’uso della intelligenza artificiale, un documento fondamentale considerando che esistono, ad esempio, dei tool gratuiti che, tramite machine learning, consentono di passare dal testo ai segmenti vocali riproducendo frasi mai dette dalle persone oppure frasi divulgate senza il loro consenso”. 

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